Prima di parlare della Aegagropila linnaei (Cladophora), qual’è il peggior incubo di chi possiede un plantacquario? Ovviamente quello di ritrovarsi invaso dalle alghe; eppure c’è chi come me, ne ha inserita una volontariamente nella propria vasca. Come spesso accade in questo campo.
C’è una gran confusione. Nel 1843 Kützing ha classificato questa pianta acquatica come Aegagropila linnaei, ma egli stesso, 6 anni dopo ne decreta il trasferimento al genere Cladophora. Da allora questa “pallina” è conosciuta ai più come Cladophora aegagropila, ma nel 2002 in seguito a un esame del DNA, che certifica la presenza di chitina nelle sue cellule, viene stabilito che non può far parte del genere Cladophora e viene usato il vecchio nome scientifico Aegagropila linnaei, nonostante il disappunto di molti autorevoli botanici.
L’Aegagropila linnaei è praticamente inconfondibile
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La caratteristica forma sferica è dovuta alle forti correnti a cui è sottoposta in natura e se in acquario si vuole preservare questo aspetto è consigliabile rigirarla periodicamente; è diffusa nelle zone sud-orientali di Asia ed Europa e addirittura si è a conoscenza di colonie in Siberia e Giappone.
Quest’alga ha una crescita estremamente lenta, si stima che all’incirca cresca di un centimetro all’anno. Ne possiamo dedurre quindi, che può essere tranquillamente posizionata in angoli della vasca scarsamente illuminati e anzi, è bene non metterla in piena luce in acquari fortemente illuminati e che non ha esigenze particolari dal punto di vista della fertilizzazione.
Come abbiamo visto, essendo una pianta diffusa in zone del mondo molto diverse tra loro, è difficile parlare di valori ideali per l’alga marimo (nome comune usato in Oriente), ma possiamo dire senza ombra di dubbio che si adatta ad un ampio range di valori e temperature.
Aegagropila linnaei: coltivazione in acquario
Prolifera tranquillamente a temperature che variano i 5 e i 29 gradi (preferendo temperature intorno ai 20), pH da leggermente acidi a fortemente alcalini (preferendo valori tra il 7-8) e può vivere sia in acque abbastanza tenere che in acque dure. Spesso viene sottovalutato il suo inserimento in vasca in quanto, dato il ritmo di crescita lento, non ha una parte rilevante nello smaltimento di nitrati e fosfati.
Tuttavia, può avere una grossa utilità nell’acquario di invertebrati, in quanto la sua superficie è molto adatta ad essere colonizzata da microorganismi, che forniscono un’ottima fonte di alimentazione a caridine, neocaridine e lumache, inoltre è un ottimo rifugio per le larve dei nostri amati gamberetti.
Classificazione scientifica
Per quelli che non amano la forma “a pallina”, quest’alga si può aprire e legare a legni e rocce, oppure usarla a mo’ di pratino, tuttavia bisogna ricordarsi anche in questo caso di girarla periodicamente e di far prendere un po’ di luce alla parte non illuminata per evitare fenomeni di necrosi e marcescenza.
Spesso sul web si legge di persone a cui si consiglia di pulire e sciacquare con acqua dei cambi quest’alga. A mio avviso è una mossa sbagliata in quanto in questo modo si va a perdere la maggior parte della microfauna che si era andata a insediarvisi.
- Dominio: Eukaryota
- Regno: Plantae
- Divisione: Chlorophyta
- Classe: Ulvophyceae
- Ordine: Cladophorales
- Famiglia: Cladophoraceae
- Genere: Aegagropila
- Specie: A. linnaei